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Che doni a noi la falce

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L' oscenità con cui mostra le sue ossa la mia storia

è uno scheletro nell'armadio

che pratica la danza della pioggia sui tizzoni ardenti

e col cuore in fiamme, a patto che il soffitto

non sia un cielo stellato, d' attraversare

tutto d' un fiato, ad ali spiegate

ma la conseguenza di una propria opinione non proprio affidabile

sintassi di una regola astrale di proporzioni più grandi

e più distante, tanto da sottovalutare la questione

ad un peccato veniale, di cornice allo specchio

desunto lo spazio come discrimine ad inerzia del tavolo

prese due sedie, firmato il contratto:

nessun animale verrà sezionato in cerca dell'anima

pena la fame, perenne di fama.

La risata che accompagna il buon vino

sia sempre un inzio di frase accettata con stile.

Nonostante la voce roca negli assoli di circostanza

siamo sempre usignoli in gabbia in cerca di una tana

a forma di vita (si rincorrono i sussidi).

Poi lascio che si sciolgano le briglie al mio condominio di modi dire

e attraverso l'inguine delle sue labbra per legarle i seni

alle mie mani da forno a batteria.

La piccola fiamma conquista la sua porzione

nel grembiule della mia scrivania

il fumo aspirato bene si dissipa prima

il contagio dell'aria ha così il suo vizio di forma.

Continuo a vivere nel modo che mi tocca

senza cercare punti di svolta

fa caldo nella stanza

che interessi a qualcuno

è un fatto da escludere a priori

per continuare a scrivere in santa pace.

E la memoria che mi aiuta a dimenticare certe figure di merda

è solo una terapia che assumo come un'altra

credendo poco nell' efficacia del mezzo

nella sostanza complessa che doni a noi la falce.

La perizia di poter essere noi stessi, a scanso di colpi di grazia

i reduci della guerra che vogliono farci combattere

può essere l'unico modo di conservare memoria dei fatti.

Oppure distratti.

Da un punto e a capo, luogotenente del caso.

 

 Adielle - 15/09/2016 01:33:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Salvatore, un caro saluto.

 Salvatore Pizzo - 14/09/2016 21:56:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

La chiusa suona più promessa che minaccia: del resto è stato assai piacevole scorrere sulla cresta dei tuoi versi, così spumeggianti ed alle volte alcoolicamente ebbri...
Piaciuta
Un saluto

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